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Coltivazione tartufi, si può coltivare anche il tartufo bianco pregiato?

Benché il tartufo è tra gli alimenti più rinomati al mondo regna molta inconsapevolezza sulla sua coltivazione. La
gran parte dei tartufi che troviamo oggi in commercio derivano da produzioni spontanee presenti nei boschi italiani. L’attrazione che circonda il tartufo, oltre alle sue qualità organolettiche ineguagliabili capaci di stregare, deriva dall’occulto che contorna le famiglie di cercatori.

A causa del clima che ci sta portando ad avere stagioni sempre più aride e calde, la produzione naturale di tartufo
viene messa sempre più a dura prova.
Alcuni studi prevedono il rischio estinzione del tartufo bianco pregiato nei prossimi 50 anni. Sarebbe una catastrofe principalmente per tutti i territori che si basano sul commercio di tartufo ma anche per l’intero pianeta che verrà privato della possibilità di assaporare la maggior prelibatezza presente ad oggi esistente.

La coltivazione di tartufi, che comprende anche la gestione di tartufaie naturali, tramite l’attuazione di pratiche
colturali tra cui l’irrigazione, permette di salvaguardare i delicati ecosistemi del tartufo italiano.

La domanda di tartufo, in costante aumento in tutto il mondo, spinge gli agricoltori ad investire in costosi progetti a lungo termine.

L’attività di tartuficoltura è in costante evoluzioni, si tratta di pratiche di micoselvicoltura (coltivazione di specie arboree abbinate al fungo simbionte).

La tartuficoltura, per quanto riguarda le specie di tartufo nero pregiato e tartufo nero estivo si è ormai consolidata.
Sono molti gli agricoltori che impiantano piccole tartufaie di 1-2 ha.

C’è convenienza nel coltivare tartufi?

L’investimento iniziale per 1 ha di terreno si aggira intorno a 7000 € ed i tempi di attesa per iniziare la
raccolta sono piuttosto lunghi. La variabile fondamentale che determina la riuscita di un impianto arboreo di tartufo è il terreno ed il clima.
In un terreno altamente vocato i primi frutti possono arrivare dopo 7-8 anni dalla messa a dimoro delle piante
micorizzate, viceversa se il terreno non è idoneo possiamo perdere la micorizzazione dell’albero simbionte subito dopo l’impianto compromettendo fin da subito il potenziale successo futuro.

Come realizzare una tartufaia

Per realizzare una tartufaia di tartufo nero pregiato o tartufo nero estivo serve avviare una dettagliata ricerca sul
terreno. Un buon indicatore può essere quello di conoscere tartufaie naturali nelle vicinanze. Considerate tuttavia
che spesso nelle tartufaie coltivate piante adiacenti hanno comportamenti opposti. In poco spazio si possono avere notevoli cambiamenti a livello di terreno, quindi la tartufaia in zona non vi da la certezza matematica della buona riuscita.
Vista la complessità dei dati da prelevare ed alla loro elaborazione è importante affidarsi ad un professionista esperto del settore.
In linea di massima i macro elementi da prendere in considerazione sono:

  • Calcare totale
  • Calcare attivo
  • PH
  • Areazione del terreno
  • Struttura
  • Tessitura

Coltivare tartufo bianco pregiato

Tutt’altra storia per quanto riguarda il tartufo bianco pregiato. Il noto vivaio francese è riuscito a raccogliere
alcuni esemplari di tartufo bianco pregiato su un impianto ex novo realizzato su di un area non produttiva; si tratta tuttavia di 1 caso su centinaia di impianti realizzati, si può dire che è l’eccezione che conferma l’irregolarità. La micorizza del tartufo bianco sembra aver bisogno di altri batteri che ne accompagnano la crescita, una sorte di corte, dei quali si hanno poche conoscenze.
Quindi ad oggi è veramente difficile realizzare impianti tartufigeni di tartufo bianco pregiato ex-novo.

Risultati soddisfacenti derivano invece dalla gestione ed ampliamento di tartufaie naturali di tartufo bianco pregiato. Già i vecchi tartufai avevano capito che impiantare piante simbionti vicino ad altre creava nuove
piante tartufigene. Questa pratica veniva svolta semplicemente tagliando rami di salici produttivi per poi
impiantali nel terreno adiacente.

Si tratta della propagazione per talea; le specie salicacee, comprese quelle simbionti con il tartufo bianco pregiato, sono in grado di germinare da porzioni vegetative tagliate dall’albero madre. In questo modo si ottengono cloni perfetti della pianta originaria.

Purtroppo le tartufaie disponibili a miglioramenti sono veramente rare. La maggior parte delle tartufaie naturali
si trovano lungo corsi d’acqua demaniali e le normative vigenti in Italia impongono di mantenere una distanza di almeno 3 metri dai limiti dei corsi d’acqua per la realizzazione di riserve di raccolta. Chiaramente nessuno
investe soldi e tempo per migliorare e salvaguardare le tartufaie naturali presenti in aree dove tutti possono
andare a raccogliere.

Da quanto descritto sopra probabilmente avete capito che per assaporare tartufi della propria coltivazione non è cosi semplice come raccogliere pomodori.. Se volte tuttavia assaporare tartufo di ottima qualità senza cimentarvi nella coltivazione siamo sempre disponibili a darvi informazioni sulla disponibilità dei nostri tartufi freschi marchigiani.

 

 

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